Tra tradizione e innovazione
di Luigi Amodio e Alessandra DrioliAbstract
La Fondazione Idis-Città della Scienza è un’istituzione senza scopo di lucro nata nel 1987, per iniziativa di alcuni scienziati, personaggi del mondo culturale e scientifico, istituzioni pubbliche e private. La sua missione è valorizzare la cultura scientifica e l’innovazione per lo sviluppo economico e sociale del territorio, in Italia e in Europa. Al centro della sua strategia vi è il tema della “società della conoscenza” e dell’uso diffuso dell’innovazione per migliorare la qualità della vita delle persone e promuovere uno sviluppo sostenibile per le generazioni future ed una maggiore coesione sociale. Dopo aver avviato le sue attività con il festival della scienza Futuro Remoto, la Fondazione Idis ha dato vita a Città della Scienza, un polo scientifico situato a Bagnoli, nella zona ovest di Napoli, essa integra diverse funzioni in un unico luogo, con l’obiettivo di accrescere la cittadinanza scientifica elle persone di tutte le età, per migliorare il contesto sociale e culturale e promuovere processi di innovazione per lo sviluppo del territorio.
Grazie al supporto delle nuove tecnologie, durante il Covid 2019, la chiusura delle aree espositive e dei programmi ad esse connesse ha condotto allo sviluppo di nuove forme di comunicazione della scienza e di attività digitali in grado di raggiungere i visitatori a casa. Per questo, lo scopo del progetto SciCo+ è quello di condividere queste esperienze tra diversi paesi europei e di promuovere nuovi paradigmi della comunicazione scientifica, guardando ai programmi on-line con la relativa necessità di aumentare le capacità dei professionisti e delle organizzazioni.
DA FUTURO REMOTO A CITTÀ DELLA SCIENZA
La Fondazione Idis nasce con il festival della scienza Futuro Remoto nel 1987. Tra i primi in Europa, lo scopo principale del festival era quello di rispondere all’esigenza di creare un dialogo tra scienza e società attraverso la promozione e la socializzazione delle conoscenze scientifiche e delle applicazioni tecnologiche. Il titolo del festival, Futuro Remoto, un viaggio tra scienza e fantascienza, è molto significativo e riflette lo scopo dell’evento che è quello di trasportare i visitatori nel futuro della scienza e della tecnologia e mostrare loro come la ricerca impatta in molti ambiti delle nostre società. Nei suoi 37 anni di esistenza, Futuro Remoto ha contribuito in modo significativo ad avvicinare generazioni di studenti, giovani professionisti e gente comune alla scienza e all’innovazione tecnologica. Nelle ultime edizioni Futuro Remoto ha ampliato le sue pratiche ed attività, grazie al contributo di numerosi partner scientifici, università e centri di ricerca, poi l’impatto della pandemia nel 2020 ha segnato un ulteriore svolta imponendo l’utilizzo di mezzi di comunicazione digitali. Futuro Remoto diventa quindi un’agorà fisica e virtuale con mostre, laboratori, dimostrazioni ed eventi, una sorta di grande “mostra del sapere”.
Con le premesse di Futuro Remoto, il progetto di Città della Scienza nasce negli anni Novanta come modello di rigenerazione urbana dell’area industriale di Bagnoli nella parte occidentale di Napoli. Rientra nella strategia regionale, quella di creare un nuovo modello di sviluppo competitivo e sostenibile basato sulla ricerca e sull’innovazione, in grado di attrarre in Italia talenti, investimenti e imprese innovative.
Cuore delle sue attività è facilitare l’accesso alla conoscenza per persone di ogni età, provenienza sociale e culturale, trasformare i risultati della ricerca in business e innovazione e incoraggiare processi di innovazione aperta tra centri di ricerca, università e industrie.
Città della Scienza riunisce tutte le attività in un unico luogo. Esteso su un’area di circa 70.000 mq, comprende un Science Centre; un Business Innovation Centre; un FabLab e un Centro Congressi.
LO SCIENCE CENTRE, PER STIMOLARE CURIOSITÀ E SOSTENERE LA DIDATTICA STEAM.
Lo Science Center di Città della Scienza, seguendo le tradizioni dei centri scientifici di tutto il mondo, è un luogo di sperimentazione, apprendimento, incontro e costruzione di un dialogo costruttivo con la scienza e la tecnologia,
I principali programmi attualmente consistono in:
– Corporea, il museo del Corpo Umano con mostre interattive, video immersivi, esperienze di realtà virtuale e multimedialità per esplorare la macchina umana in tutta la sua complessità.
– Planetario, una struttura di proiezione 3D per presentare spettacoli educativi e divertenti sull’astronomia e sul cielo notturno.
– Laboratori scientifici a supporto dell’insegnamento delle discipline STEAM, con approcci di apprendimento basati sull’indagine e facendo pieno uso delle tecnologie digitali.
L’obbiettivo dello Science Center è quello di ispirare la passione per la scienza e l’innovazione tra le giovani generazioni e di coinvolgere il vasto pubblico nel ragionamento scientifico sulle attuali questioni sociali e sui progressi tecnologici. Città della Scienza è uno dei tre musei scientifici in Italia finanziati da una legge nazionale per la comunicazione e l’educazione scientifica del Ministero dell’Università e della Ricerca.
IL BUSINESS INNOVATION CENTRE, PER FAVORIRE L’INNOVAZIONE E L’IMPRENDITORIALITÀ.
Il Business Innovation Center è concepito come un hub per favorire l’accelerazione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nell’economia della conoscenza, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo della città metropolitana di Napoli e della regione. Le principali attività offrono agli innovatori servizi a valore aggiunto per supportare la crescita di idee innovative, incubazione e accelerazione d’impresa, soluzioni di internazionalizzazione e il loro coinvolgimento in progetti internazionali. L’incubatore è gestito da una specifica società Campania NewSteel, partecipata da Fondazione Idis e Università degli Studi di Napoli Federico II. Oggi ospita 40 start-up, spin-off e re-startup in settori promettenti dell’economia regionale.
Oggi il Business Innovation Center sta realizzando un progetto strategico regionale “Manifattur@ Campania Industria 4.0” con l’obiettivo di contribuire alla transizione 4.0 del sistema produttivo regionale, in particolare delle PMI. Obiettivi principali del progetto sono qualificare l’offerta con servizi ad alta intensità di conoscenza, rafforzare la capacità delle PMI con le tecnologie digitali e favorire la connessione tra il sistema della ricerca e quello delle imprese al fine di creare un dinamismo virtuoso di co-progettazione e collaborazione all’interno i nuovi paradigmi della transizione 4.0.
ACCESSO APERTO ALLA PRODUZIONE DIGITALE
Il D.RE.A.M.-Design and REsearch in Advanced Manufacturing- è un grande laboratorio e centro di sperimentazione dedicato alle nuove tecnologie di manifattura digitale nei processi produttivi, aperto a giovani creativi, ingegneri, artigiani, scienziati, associazioni e comunità locale. Si tratta di una piattaforma collaborativa open source, con macchinari professionali e tecnologicamente avanzati in grado di coprire un ampio spettro di lavorazioni per la prototipazione rapida. I servizi e le strutture riguardano cinque linee di attività: prototipazione, reverse engineering, design, prototipazione e comunicazione.
Il risultato atteso è quello di spingere il laboratorio a inserirsi nel contesto imprenditoriale, artigianale e artistico locale, a connettersi con specifici settori manifatturieri o distretti innovativi con forti capacità di ricerca, come il settore aeronautico e navale o le applicazioni biomediche.
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
La Fondazione Idis è riconosciuta come “ONG in rapporti ufficiali con l’UNESCO”, e membro attivo di diversi network professionali internazionali, quali ECSITE-European network of Science Centers and Science Museums, EBN- European Business Innovation Network e ICOM-International Council of Musei.
La prospettiva internazionale guarda alle pratiche di scambio con altri centri scientifici nel mondo, allo sviluppo di progetti di cooperazione transnazionale con lo scopo di potenziare il settore della comunicazione scientifica e rinforzare e promuovere lo sviluppo delle capacità della comunità di professionisti a livello locale e globale.
Tra i progetti di cooperazione più rilevanti, la Fondazione Idis ha sviluppato in collaborazione con l’Università Al Quds un progetto di diplomazia della scienza in Medio Oriente per la realizzazione di un centro scientifico in Palestina. Meetmath, una grande mostra itinerante sulla matematica è stata realizzata grazie al contributo di matematici, curatori ed educatori italiani, palestinesi e israeliani. Oggi, a 15 anni dalla sua creazione, la mostra è ancora allestita nel Campus Al Quds a Gerusalemme Est con visite per studenti, insegnanti e pubblico in generale.
Un altro caso è l’organizzazione di un festival della scienza in Nigeria nella città di Owerri con la collaborazione del Pontificio Consiglio della Cultura, associazione di studenti universitari e università locali dello Stato di Imo. A Napoli è stato organizzato per la prima volta un programma di formazione per dodici studenti nigeriani laureati. Successivamente è stata prodotta e installata durante il festival della scienza ad Owerri, una mostra interattiva sulla fisica come primo nucleo del Science Centre di Owerri all’interno dell’università.
Il terzo caso è la Summer School Euro-Mediterranea e Medio Oriente, un programma di formazione per personale di medio profilo professionale che ha lo scopo di rafforzare e sviluppare le loro capacità operative, soprattutto nelle regioni con organizzazioni meno esperte e pochi Science Centre. Il programma, che si tiene ogni due anni, è stato promosso con le due reti, ECSITE e NAMES, e un gruppo di Science Centre con esperti in design espositivo, programmi educativi, e gestione museale. L’edizione 2017 è stata organizzata a Città della Scienza per un gruppo di 20 persone provenienti da Portogallo, Italia, Kuwait, Egitto, Libia, Tunisia, Giordania, Palestina.
Infine, la Fondazione Idis ha guidato la progettazione e la produzione di mostre itineranti per la promozione della ricerca e dell’innovazione italiana all’estero. Una delle iniziative più significative è stata la mostra “Italia la bellezza della conoscenza” che racconta lo spirito italiano nei processi di innovazione e presenta alcuni risultati di recenti ricerche in diversi ambiti: Aerospaziale, Agroalimentare, Beni Culturali, Salute, Ambiente. La mostra è stata promossa dal Ministero degli Affari Esteri insieme al Consiglio Nazionale delle Ricerche e altri musei italiani. Ha toccato diversi continenti in un Tour organizzato in collaborazione con le ambasciate italiane ad Alessandria, Nuova Delhi, Singapore, Giakarta, Hanoi, Canton, Buenos Aires.
SVILUPPARE ATTIVITÀ ON-LINE DI COMUNICAZIONE SCIENTIFICA SU SCALA INTERNAZIONALE
L’edizione 2020 di Futuro Remoto (20-29 novembre) è passata totalmente dai formati in presenza alle attività online a causa delle forti restrizioni adottate dai governi per evitare la diffusione di SarsCov2 negli spazi pubblici. L’idea è stata quella di mantenere il più possibile vivi i format interattivi del festival grazie ai collegamenti con i ricercatori nei laboratori e a nuove pratiche di comunicazione. Per il festival è stata anche l’occasione di connettersi facilmente a livello internazionale con luoghi straordinari e remoti e con scienziati di grossa fama, nonché di sensibilizzare il pubblico sull’importanza fondamentale della cooperazione internazionale nella ricerca per affrontare le sfide globali.
In questi ultimi 3 anni il festival ha proposto circa 60 eventi internazionali, spaziando dai collegamenti alle grandi infrastrutture di ricerca (CERN, Stazione Antartide Concordia, Stazione Artica Dirigibile Italia, Osservatorio Cherenkov Telescope Array e Telescopio Nazionale Galileo nelle Isole Canarie, SESAME- Luce di sincrotrone per la scienza sperimentale e le applicazioni in Medio Oriente), ai tour virtuali nei musei della scienza (Universum a Città del Messico, Musée des Confluences a Lione, Deutsches Museum a Monaco), ai laboratori scientifici (Tinkering Studio dell’Exploratorium, Astronaut lab dell’ la Cité des l’Espace), e numerose conversazioni con scienziati italiani all’estero, nonché Talk con relatori di spicco come il Premio Nobel 2011 Saul Perlmutter o lo scrittore David Leawitt.
Tale insieme di attività ha portato a nuove pratiche di comunicazione della scienza con risultati interessanti per l’intero settore testando la pluralità delle tecnologie digitali nel public engagement della scienza ed integrando meglio la dimensione internazionale nella disseminazione della ricerca. Questi risultati saranno condivisi con le istituzioni partner del progetto SciCo+ per favorire lo scambio di pratiche, considerazioni e linee guida per la loro diffusione nell’ambito della comunità dei Science Centre e delle organizzazioni di comunicazione scientifica a livello europeo.